Un monito da tenere sempre a mente, valido sia per chi lavora quotidianamente con le piante, sia per chi ne fruisce. Impariamo a “pensare” di essere albero, a capirne le reali necessità. Solo così i giardini privati e i parchi urbani possono essere progettati con coerenza e lungimiranza.
Rispondiamo a una domanda oggi frequente: il vivaista/giardiniere può diventare gardenista? E lo facciamo analizzando i cinque principali rischi in cui ci si può imbattere di fronte a una tale scelta.
La formazione del Giardiniere, che deve essere costante lungo tutta la carriera, non va vista solo come frequentazione di corsi e seminari, ma anche e soprattutto come osservazione. Qui è spiegato perché (Foto di Sandro Degni).
L’approvvigionamento idrico e la manutenzione delle piante sono temi che ricorrono nella
realizzazione sia di giardini sia di terrazzi. La soluzione può essere lo stile mediterraneo. Ecco i dettagli e qualche trucco (Foto Matteo Ragni).
Un piccolo tributo a Emilio Trabella, il Giardiniere paesaggista ricordato da tutti per la sua grande professionalità e per le sue qualità umane: passione e disponibilità.
Una testimonianza che può essere di insegnamento.
Si creano ancora troppo spesso giardini e terrazzi, dando molto spesso solo un valore economico e dimenticando completamente l’aspetto artistico. Insomma i giardinieri, avendo la possibilità di creare bellezza. (Foto Sandro Degni).
Sono due progettiste italiane le autrici dell’ambizioso progetto Parterres Africains. Ecco il racconto di quanto realizzato (Foto Christophe Mafranc).
La questione dei preventivi è ostica. Vediamo come capire il tipo di cliente che si ha di fronte e come fare il primo approccio online
“L’anno del Giardiniere” è il libro di Karel Capek che invita a ragionare sul ruolo di questa figura professionale.
Intervista al giornalista Gaetano Zoccali, autore del libro “Natale Torre. I Giardini del Sole”.
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